giovedì 29 agosto 2019

La dottrina buddista della trasmigrazione delle anime

Parte II

Messaggi spirituali da Buddha

4. La dottrina buddista della trasmigrazione delle anime

Dott. Lee

Penso che sia una grande benedizione per gli esseri umani venire al mondo, comprendere la giusta verità, vivere secondo la verità e alla fine liberarsi del corpo. Tuttavia, quando trovai Shakyamuni, che nella sua vita terrena aveva abbandonato la sua splendida famiglia reale e aveva affrontato ogni sorta di difficoltà in cerca della verità, vidi che viveva un’esistenza triste e miserabile. Questo, tuttavia, non significa che ogni verità del Buddismo è sbagliata.

Mentre viveva seguendo la verità che aveva trovato, Shakyamuni si elevò raggiungendo uno stato senza avidità e gelosia. Shakyamuni trovò la forza di vivere senza avidità nella vita mondana. Nonostante questo, poiché non riuscì a capire profondamente l’essenza dell’universo e il Signore dell’umanità, Shakyamuni non poté essere consapevole dell’inizio, della fine e dello scopo della vita umana. Trascorse una vita ascetica nell’ignoranza della volontà di Dio, che porta avanti la provvidenza di restaurazione necessaria per correggere il corso sbagliato della storia umana. Essendo venuto qui, Shakyamuni si sente addolorato quando riflette sulla sua vita. È ancora più miserevole capire che uno non può cambiare il passato.

S. Agostino era orgoglioso della sua vita perché serviva bene Dio, ma finì per piangere profondamente qui perché era così lontano dall’era del Secondo Avvento di Gesù. In che modo la vita di Shakyamuni è stata diversa da quella di S. Agostino?

[Shakyamuni]: Quando penso al dolore della mia famiglia allorché abbandonai il palazzo reale e mi incamminai sulla via dell’ascetismo per capire la verità, ora riconosco con profondo rincrescimento che di fronte a Dio la mia vita passata è stata come quella di un figlio che si allontana dalla giusta strada!

Dott. Lee

Il dolore straziante di Shakyamuni, che rimpiange di non aver potuto incontrare Dio sulla sua via di pratica ascetica, è molto più profondo e grande di quello di S. Agostino. L’angoscia di S. Agostino è un’angoscia personale; quella di Shakyamuni, invece, è l’angoscia di una persona responsabile di un ordine religioso. Non è assolutamente un’attitudine comune. Shakyamuni è molto consapevole delle pratiche ascetiche dei Buddisti. Conosce il dolore e le pene che essi soffrono per raggiungere lo stato di un Arahant illuminato.

Shakyamuni

Quando guardo il corso della pratica buddista, cosa devo fare io, Shakyamuni, se il mio insegnamento è stato sbagliato? Il desiderio degli esseri umani è quello di sposarsi, di mettere al mondo dei figli e di allevarli, di godere ricchezza e prosperità, di mangiare bene e vivere comodamente. Quando penso a tutti i buddisti che hanno lasciato la loro casa per seguire il mio insegnamento secondo cui dovrebbero abbandonare tutti questi desideri, io non so dove sbattere la testa. È chiaro dalla Norma Buddista che uno non può diventare un monaco Arahant con un modo di pensare comune. Finché uno non raggiunge quello stato deve passare attraverso ogni genere di addestramento, abbandonando tutti i desideri della vita mondana e sopportando ogni difficoltà attraverso un’ardua disciplina.

Nonostante questo, io non ho saputo rivelare ai Buddisti la vera essenza delle loro pratiche ascetiche. Riflettete profondamente sul cuore di Shakyamuni, che cosa dev’essere stato per me quando qui, nel mondo spirituale, alla fine ho incontrato Dio, il Signore originale del grande universo. Qualcuno crederebbe che il dolore di quella scoperta fu più grande di tutti i dolori delle austerità patite mentre percorrevo il cammino per raggiungere lo stato del Buddha?

Cari Buddisti, potete conoscere il dolore di Shakyamuni? Gli insegnamenti dati in passato da Shakyamuni erano parziali, transitori e relativi. Ora, ancora una volta, io vi insegnerò e vi trasmetterò un nuovo insegnamento. Quale verità ha scoperto Shakyamuni quando ha raggiunto lo stato supremo attraverso l’ascetismo e la pratica? È stato che le persone dovrebbero vivere bene senza commettere peccato e poi entrare nel Nirvana. Tuttavia, a quel punto, io non avevo raggiunto nessuna intuizione fondamentale di cosa è il peccato, di dove risiede la perfetta felicità e chi è il Signore dell’universo. Non ero cosciente dell’origine dell’ “io”, da dove “io” sono venuto. Ora io, Shakyamuni, vi insegnerò questi punti fondamentali nel modo giusto attraverso il Pensiero dell’Unificazione.

Il Pensiero dell’Unificazione è la verità ultima e suprema che è stata rivelata attraverso il Maestro Sun Myung Moon della Chiesa dell’Unificazione. Attraverso questa verità, sono arrivato a capire l’origine del peccato, la direzione e lo scopo della vita umana e il fatto che Dio sta governando questo mondo secondo una provvidenza di restaurazione. Io non so esprimere la mia gioia per il fatto che ora posso rivelare e insegnare queste cose.

Nel Principio dell’Unificazione è rivelato il Principio della Resurrezione, una verità di cui i Buddisti possono non essere consapevoli. Esso rivela chiaramente il motivo per cui una persona è destinata ad andare all’inferno se è vissuta nel peccato, mentre andrà in cielo se ha vissuto bene. Amati Buddisti! Non c’è nessuna trasmigrazione. Se continuate a vivere con la strana idea del Samsara e della rinascita, la dimora della perfetta felicità sarà sempre più lontana da voi. Gli esseri umani, una volta morti, mantengono l’aspetto di esseri umani. Se sono vissuti come bestie sulla terra andranno all’inferno. Se sono vissuti bene sulla terra servendo Dio, andranno nel Nirvana e vivranno felicemente per sempre. Dio è un essere che, avendo creato gli uomini, li fa apparire come un maiale o un cane perché hanno commesso dei crimini. Anche se possiamo descrivere il livello delle persone nell’inferno come quello di un maiale, di un cane o di una mucca, in realtà gli uomini non possono mai rinascere come un animale.

Cari Buddisti! Per favore perdonate il modo imperfetto del povero Shakyamuni di esprimere questo insegnamento. Sono sinceramente grato a Dio per avermi dato l’opportunità di trasmettere un insegnamento giusto qui.

Cari Buddisti! Anche i Buddisti sono i figli di Dio. Dio è il genitore di tutta l’umanità. Perciò anche i Buddisti devono servire Dio. Questa è la richiesta finale di Shakyamuni.


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