Parte II
Messaggi
spirituali da Buddha
4. La dottrina buddista
della trasmigrazione delle anime
Dott. Lee
Penso che sia una grande
benedizione per gli esseri umani venire al mondo, comprendere la giusta verità,
vivere secondo la verità e alla fine liberarsi del corpo. Tuttavia, quando
trovai Shakyamuni, che nella sua vita terrena aveva abbandonato la sua
splendida famiglia reale e aveva affrontato ogni sorta di difficoltà in cerca
della verità, vidi che viveva un’esistenza triste e miserabile. Questo,
tuttavia, non significa che ogni verità del Buddismo è sbagliata.
Mentre viveva seguendo la
verità che aveva trovato, Shakyamuni si elevò raggiungendo uno stato senza
avidità e gelosia. Shakyamuni trovò la forza di vivere senza avidità nella vita
mondana. Nonostante questo, poiché non riuscì a capire profondamente l’essenza
dell’universo e il Signore dell’umanità, Shakyamuni non poté essere consapevole
dell’inizio, della fine e dello scopo della vita umana. Trascorse una vita
ascetica nell’ignoranza della volontà di Dio, che porta avanti la provvidenza
di restaurazione necessaria per correggere il corso sbagliato della storia
umana. Essendo venuto qui, Shakyamuni si sente addolorato quando riflette sulla
sua vita. È ancora più miserevole capire che uno non può cambiare il passato.
S. Agostino era orgoglioso
della sua vita perché serviva bene Dio, ma finì per piangere profondamente qui
perché era così lontano dall’era del Secondo Avvento di Gesù. In che modo la
vita di Shakyamuni è stata diversa da quella di S. Agostino?
[Shakyamuni]: Quando penso
al dolore della mia famiglia allorché abbandonai il palazzo reale e mi
incamminai sulla via dell’ascetismo per capire la verità, ora riconosco con
profondo rincrescimento che di fronte a Dio la mia vita passata è stata come
quella di un figlio che si allontana dalla giusta strada!
Dott. Lee
Il dolore straziante di
Shakyamuni, che rimpiange di non aver potuto incontrare Dio sulla sua via di
pratica ascetica, è molto più profondo e grande di quello di S. Agostino.
L’angoscia di S. Agostino è un’angoscia personale; quella di Shakyamuni,
invece, è l’angoscia di una persona responsabile di un ordine religioso. Non è
assolutamente un’attitudine comune. Shakyamuni è molto consapevole delle
pratiche ascetiche dei Buddisti. Conosce il dolore e le pene che essi soffrono
per raggiungere lo stato di un Arahant illuminato.
Shakyamuni
Quando guardo il corso della
pratica buddista, cosa devo fare io, Shakyamuni, se il mio insegnamento è stato
sbagliato? Il desiderio degli esseri umani è quello di sposarsi, di mettere al
mondo dei figli e di allevarli, di godere ricchezza e prosperità, di mangiare
bene e vivere comodamente. Quando penso a tutti i buddisti che hanno lasciato
la loro casa per seguire il mio insegnamento secondo cui dovrebbero abbandonare
tutti questi desideri, io non so dove sbattere la testa. È chiaro dalla Norma
Buddista che uno non può diventare un monaco Arahant con un modo di pensare
comune. Finché uno non raggiunge quello stato deve passare attraverso ogni
genere di addestramento, abbandonando tutti i desideri della vita mondana e
sopportando ogni difficoltà attraverso un’ardua disciplina.
Nonostante questo, io non ho
saputo rivelare ai Buddisti la vera essenza delle loro pratiche ascetiche.
Riflettete profondamente sul cuore di Shakyamuni, che cosa dev’essere stato per
me quando qui, nel mondo spirituale, alla fine ho incontrato Dio, il Signore
originale del grande universo. Qualcuno crederebbe che il dolore di quella scoperta
fu più grande di tutti i dolori delle austerità patite mentre percorrevo il
cammino per raggiungere lo stato del Buddha?
Cari Buddisti, potete
conoscere il dolore di Shakyamuni? Gli insegnamenti dati in passato da
Shakyamuni erano parziali, transitori e relativi. Ora, ancora una volta, io vi
insegnerò e vi trasmetterò un nuovo insegnamento. Quale verità ha scoperto
Shakyamuni quando ha raggiunto lo stato supremo attraverso l’ascetismo e la
pratica? È stato che le persone dovrebbero vivere bene senza commettere peccato
e poi entrare nel Nirvana. Tuttavia, a quel punto, io non avevo raggiunto
nessuna intuizione fondamentale di cosa è il peccato, di dove risiede la
perfetta felicità e chi è il Signore dell’universo. Non ero cosciente
dell’origine dell’ “io”, da dove “io” sono venuto. Ora io, Shakyamuni, vi
insegnerò questi punti fondamentali nel modo giusto attraverso il Pensiero
dell’Unificazione.
Il Pensiero
dell’Unificazione è la verità ultima e suprema che è stata rivelata attraverso
il Maestro Sun Myung Moon della Chiesa dell’Unificazione. Attraverso questa
verità, sono arrivato a capire l’origine del peccato, la direzione e lo scopo
della vita umana e il fatto che Dio sta governando questo mondo secondo una
provvidenza di restaurazione. Io non so esprimere la mia gioia per il fatto che
ora posso rivelare e insegnare queste cose.
Nel Principio
dell’Unificazione è rivelato il Principio della Resurrezione, una verità di cui
i Buddisti possono non essere consapevoli. Esso rivela chiaramente il motivo
per cui una persona è destinata ad andare all’inferno se è vissuta nel peccato,
mentre andrà in cielo se ha vissuto bene. Amati Buddisti! Non c’è nessuna
trasmigrazione. Se continuate a vivere con la strana idea del Samsara e della
rinascita, la dimora della perfetta felicità sarà sempre più lontana da voi.
Gli esseri umani, una volta morti, mantengono l’aspetto di esseri umani. Se
sono vissuti come bestie sulla terra andranno all’inferno. Se sono vissuti bene
sulla terra servendo Dio, andranno nel Nirvana e vivranno felicemente per
sempre. Dio è un essere che, avendo creato gli uomini, li fa apparire come un
maiale o un cane perché hanno commesso dei crimini. Anche se possiamo
descrivere il livello delle persone nell’inferno come quello di un maiale, di
un cane o di una mucca, in realtà gli uomini non possono mai rinascere come un
animale.
Cari Buddisti! Per favore
perdonate il modo imperfetto del povero Shakyamuni di esprimere questo
insegnamento. Sono sinceramente grato a Dio per avermi dato l’opportunità di trasmettere
un insegnamento giusto qui.
Cari Buddisti! Anche i
Buddisti sono i figli di Dio. Dio è il genitore di tutta l’umanità. Perciò
anche i Buddisti devono servire Dio. Questa è la richiesta finale di
Shakyamuni.
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