martedì 1 dicembre 2020

La via della nascita, dell’invecchiamento, della malattia e della morte

Parte II

Messaggi spirituali da Buddha

12. La via della nascita, dell’invecchiamento, 

della malattia e della morte

Il fatto che l’uomo nasce nel mondo e muore di malattia e di vecchiaia tende ad essere considerato una semplice ma grande verità da tante persone sulla terra. Ma se prendete del tempo per riflettere più volte su questo, lo troverete di così poca importanza. Il fatto che siate stati scelti per nascere anche una sola volta su questa terra, e per nascere come un essere umano fra le tante varietà di cose viventi, è un’opportunità veramente nobile e preziosa. Allora, anche accettando la semplice affermazione che un uomo segue naturalmente la via della nascita, dell’invecchiamento, della malattia e alla fine della morte, ecco che sorge una domanda fondamentale: “Perché dobbiamo nascere?”

Questa era la radice dell’angoscia di Buddha. Una verità apparentemente così semplice era ciò che tormentava amaramente il mio cuore. Quando vivevo nell’agiatezza dentro il palazzo reale, non conoscevo nulla del mondo di fuori e così non avevo nessuna opportunità di pensare a come e perché l’uomo vive. Ma quando crebbi e diventai più saggio, volli conoscere il mondo al di fuori del palazzo. Pensai addirittura che non potevo ereditare la corona senza conoscere le condizioni della gente. Quando finalmente osservai la terribile realtà della vita delle persone, sentii una scintilla ardere nei miei occhi. Da quel momento in poi, continuai a provare un dolore insopportabile nel mio cuore.

Quando dovevo assistere alla morte miserabile di un uomo, un essere la cui esistenza era unica al mondo, provavo un dolore che non si può descrivere. Dopo aver compreso che la morte è il destino inevitabile degli esseri umani, passai molto tempo a meditare e a sottopormi a una disciplina rigorosa. Se solo a quel tempo avessi incontrato un altro leader religioso legato strettamente a Dio! Allora io stesso avrei potuto prendere una strada diversa verso la mia illuminazione spirituale.

Nella società indiana di quei tempi, troppe persone soffrivano per la fame e le malattie. Perciò trovare una soluzione alle sofferenze fisiche degli uomini era una necessità più urgente che non la ricerca di questioni spirituali e di Dio. In ciascuna era le persone esprimono naturalmente i loro desideri istintivi in forme caratteristiche secondo gli ambienti e le circostanze che mutano. Specialmente quando sono spinte dalla povertà o dalle malattie, le persone sentono istintivamente un desiderio più forte di affidarsi a qualcosa o a qualcuno. Oggi, come nel lontano passato, le persone hanno questo istinto nascosto nella loro mente. Ecco perché in tempi e luoghi diversi, le persone hanno continuato a creare tradizioni di culto e di preghiera con la speranza di realizzare i loro desideri.

Nella società indiana di quel tempo, la gente non poteva concentrarsi a ricercare la vera realtà di Dio – la Sua esistenza come causa originale e assoluta dell’universo. In quelle condizioni sociali meno sviluppate, la gente esprimeva il suo desiderio istintivo di Dio attraverso forme esteriori di devozione di minor valore. In parole semplici, le persone di quei tempi erano più interessate a trovare una soluzione alle loro sofferenze fisiche che a cercare la vera immagine di Dio. Per questa ragione, il modo di vita scelto dal Buddha divenne ciò che altre persone comuni adorarono e perseguirono.

Vivendo dentro il palazzo godevo di una ricchezza e di una prosperità illimitate mentre la gente comune viveva una vita disperata. È perciò probabile che le persone comuni fossero convinte che la vita stessa non è altro che miseria, come lo era la loro vita. Per dirla in un altro modo, conducevano una vita di sofferenza e difficoltà tale che non avevano sicuramente l’opportunità di pensare al significato della vita stessa. D’altro canto la mia situazione era molto diversa; a causa delle mie condizioni agiate, quando osservai la dura realtà della vita della gente fui indotto naturalmente a pensare al significato della vita.

Mentre perseguivo la mia vita ascetica, la gente comune mi rispettava, ma non pensate che fosse naturale anche per me desiderare di uscire dalla sofferenza dell’ascetismo? La mia vita ascetica era veramente ardua e dura. Le persone in epoche successive l’hanno chiamata la “via dell’ascetismo” e l’hanno altamente stimata, ma la realtà della mia vita in quei giorni non era diversa dall’essere immersi nel fango.

Nel corso della mia vita ascetica, non ho mai capito perché dovevo vivere una vita così dolorosa sulla terra. Solo quando sono entrato in questo mondo (il mondo spirituale) e ho ascoltato il Principio dell’Unificazione scoprendo alla fine l’esistenza di Dio, sono arrivato a capire almeno fino a un certo punto perché avevo dovuto vivere in quel modo sulla terra. Tuttavia, non posso fare a meno di sentire che la mia comprensione è molto piccola. Ora, dalla condizione vantaggiosa di vivere nel mondo spirituale, quando ripenso alla mia vita terrena, mi sembra così assurdo che una persona come me presumesse di scoprire il vero significato della vita umana. Il mio desiderio non era altro che un’enorme arroganza e presunzione.

Durante la mia vita sulla terra non avevo nessuna idea dell’esistenza di Dio, che presiede gli esseri umani con una dimensione interamente diversa dall’esistenza umana. Pensavo che qualunque persona, se solo fosse giunta alla autocoscienza, avrebbe potuto diventare un Buddha. Ora, stando di fronte a Dio, posso solo provare vergogna. Anche il Buddha è un figlio di Dio e Dio deve aver provato tanto dolore pensando alla mia vita.

Ora io so che non ho capito né la radice del bene e del male, né la radice del peccato, né la ragione per cui gli uomini sono destinati a perire dopo aver sofferto sulla via della nascita, dell’invecchiamento, della malattia e della morte. Non potevo neppure immaginare che la storia dell’umanità aveva cambiato il suo corso proprio ad oriente dell’Eden a causa dello sbaglio dei nostri antenati originali, Adamo ed Eva, né che ogni essere umano, essendo nato col peccato originale, era caduto in uno stato miserabile e così aveva dovuto soffrire la povertà e le malattie.

Inoltre, il mio insegnamento sbagliato come Buddha ha fatto sì che tanti Buddisti si aggrappassero ad una fede di vedute ristrette. Come posso liberare l’infinità di Buddisti e guidarli sulla strada giusta? Mi sento dispiaciuto per Dio dal profondo del cuore; perciò sto facendo ogni sforzo per guidare i Buddisti sulla strada della redenzione. Ogni volta che penso a questo, il mio dolore è troppo grande da sopportare. Certamente c’è da aspettarsi che le persone che conducono una vita dissoluta sulla terra debbano andare all’inferno, ma potete immaginare il mio cuore vedendo moltitudini di Buddisti che vivono nelle sfere più basse del mondo spirituale intermedio, lontani dal Paradiso eterno, anche se avevano scelto la dura vita dell’ascetismo con la determinazione di superare ogni difficoltà nella speranza di raggiungerlo?

La donna che riceve il mio messaggio ha costantemente dolori alle mani e alle braccia per dover scrivere. Infatti io ho espresso la mia supplica non con poche parole dicendo: “Per favore salvate i miei amati Buddisti. Per favore pregate per la restaurazione dei Buddisti…” Non penso che questo sarà fatto in un giorno. Sulla terra, dove siamo limitati dal tempo e dallo spazio nonché dai diversi ambienti sociali e culturali, è probabile che i miei sentimenti non saranno trasmessi in modo appropriato a tutti i Buddisti. Miei cari Buddisti, come posso gestire questo dolore insopportabile nel mio cuore? Vorrei che mi insegnaste la strada. Da un certo punto di vista, voi comuni Buddisti, potete possedere la chiave per liberare questo Buddha sofferente.

Ho aspettato così tanto tempo, desiderando ardentemente l’inizio di una nuova storia. Ora devo aspettare ancora? Adesso sono nel mondo spirituale senza il corpo fisico, ma provo più dolore qui nel mondo spirituale di quanto ne ho sentito durante la mia vita col corpo sulla terra.

Veramente il Buddha non voleva essere un peccatore. Vi chiedo davvero di capire la situazione del mondo spirituale dove i miei amati Buddisti hanno potuto trovare il loro rifugio solo nelle sfere più basse. Buddisti sulla terra, se sperate davvero di entrare in Cielo dopo la morte, dovete rinunciare immediatamente al modo di vita Buddista e prendere invece con forte determinazione la strada opposta. Non siate riluttanti. Se trovate Dio e Lo servite attraverso la vostra vita religiosa sulla terra, allora, quando passerete nel mondo spirituale, vi sarà permesso di entrare direttamente in Cielo. Se prendete a cuore queste ferventi richieste di Buddha e le mettete in pratica, entrerete nel Paradiso eterno. Vi prego di ascoltare questa richiesta di Buddha; non ignoratela. Questo è il messaggio più significativo della vostra vita, non paragonabile a nessun altro messaggio che possiate mai aver ricevuto. Ulteriori dettagli sul mio messaggio si possono avere studiando il Principio dell’Unificazione.

Il Principio dell’Unificazione è il vero manuale di vita. È l’unica guida che alla fine libererà tutti i Buddisti, nonché lo stesso Buddha che voi Buddisti avete obbedito e adorato. Rinunciate assolutamente al vostro modo di vita Buddista e servite Dio. Questa è la richiesta di Buddha.

17 Novembre 2000


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